MOTTI LATINI E CITAZIONI

Motti latini, lettera C

Motti latini, sentenze e citazioni di uso quotidiano, con indicazione delle fonti, con i chiarimenti necessari e la traduzione italiana.
Motti latini che iniziano con la lettera C.



Caetera desiderantur, o caetera desunt.
Le altre cose mancano. - La locuzione si pone sui libri, quando il testo originale non continua per mancanza di documenti o di pagine.

Captatio benevolentiae.
Cattura della benevolenza. - E' una delle parti dell'orazione, secondo l'antica retorica ecclesiastica, mirante a catturare la benevolenza degli ascoltatori. Un esempio classico di questa tecnica lo troviamo nella tragedia Giulio Cesare di Shakespeare, e precisamente nel discorso funebre di Marco Antonio, davanti al cadavere di Giulio Cesare, ucciso da Bruto.

Caput mundi.
Capo del mondo. - Attributo tradizionale di Roma: Roma caput mundi. Tito Livio racconta che il defunto Romolo appare a Giulio Procolo annunciandogli che gli dèi celesti han deciso ut mea Roma caput orbis terrarum sit, che la mia Roma sia la capitale dell'orbe terrestre.

Carmina non dant panem.
Le poesie non danno pane. - Dante Alighieri, infatti, non ricavò una lira dalla Divina Commedia, e così il Petrarca, il Parini ed altri illustri poeti.

Carpe diem. (Orazio, Odi, I, 2)
Approfitta dell'oggi. - Massima che riassume l'ideale oraziano, di origine stoico-epicurea, ispirato al principio del giusto mezzo e della temperanza, l'aurea mediocritas, secondo il quale, data la brevità della vita, dobbiamo godere giorno per giorno il poco tempo a noi assegnato senza preoccuparci del domani. Infatti, a Leuconoe, la ragazza "dalla candida mente", il poeta dice: "Dum loquimur, fugerit invida Aetas: carpe diem, quam minimum credula postero", Mentre parliamo, dileguasi l'ìnvida età; stringi l'oggi e credula non aspettar domani (Odi, I, II, 7-8).

Castigat ridendo mores.
Ridendo corregge i costumi. - Motto dettato dal letterato francese Jean de Santeul per il busto di Arlecchino che ornava il proscenio della Comédie Italienne a Parigi. La risata, o meglio il riso sorvegliato dall'autoironia, è la migliore medicina per i nostri difetti, per placare le smanie dell'intolleranza, per liberarci dalle ideologie maldigerite. Casus belli.
Caso di guerra. - Frase che si usa per indicare fatti che possono dar luogo a questioni internazionali ed a guerre; per estensione, litigio, contrasto tra singole persone o gruppi di persone per motivi di poco conto: suvvìa, non facciamone un casus belli!.

Cave canem.
Guardati dal cane. - Motto che presso gli antichi si usava scrivere sulle soglie delle case in cui stava il cane incatenato dentro la porta. Lo si legge anche oggi, scolpito nella pietra, sui pilastri del cancello di qualche villa appartenuta a nobili signori.

Cedant arma togae. (Cicerone, De off., I, 77).
Le armi cedano alla toga. - Frase usata per indicare che la spada non deve prevalere sulla ragione e sulla giustizia. Cicerone riporta un verso di un suo Poema che andò perduto: "Cedant arma togae, concedat laurea linguae". Cedano le armi alla toga e gli allori alla facóndia".

Cicero pro domo sua.
Cicerone per la sua casa. - Cicerone pronunziò nel 57 a.C. un'orazione (che a noi pervenne col titolo "Pro domo sua") colla quale chiedeva al collegio dei pontefici che gli fosse restituita l'area della sua casa, che era stata incendiata dopo il suo esilio, e gli fosse dato il denaro per ricostruirla. La frase viene oggi usata a proposito di chi difenda calorosamente se stesso o le proprie idee.

Cogito, ergo sum. (Cartesio)
Penso, dunque sono. - Su questo postulato Cartesio fondò il razionalisno, pietra angolare della filosofia moderna. L'aforisma Cogito, ergo sum fu volto in ridicolo da quest'altro: Edo, ergo sum. Mangio, quindi esisto.

Compos sui.
Padrone di sé. - Locuzione latina diretta a chi è padrone di sé e delle proprie azioni (talora anche compos mentis, cioè "padrone della propria mente"). Nel linguaggio giuridico, di soggetto che ha piena capacità di intendere e di volere. Ma per lo più, la locuzione è usata in senso negativo: "non è compos sui". Non sa quel che si faccia.

Conditio sine qua non.
Condizione senza la quale non. - Locuzione latina usata per esprimere la condizione indispensabile, senza la quale non è possibile compiere un'azione o mandare a effetto un proposito: per partecipare al concorso di applicato di segreteria è conditio sine qua non il possesso del diploma di scuola media superiore. Consummatum est. (Giovanni, 19, 30).
E' finita. - Sono le ultime parole di Cristo morente sulla croce, dopo aver bevuto l'aceto dalla spugna. La frase è usata anche nel suo significato generico, quando un governo è bocciato, un potente cade in disgrazia, un attore non riesce a trovare una scrittura.

Coram populo.
Davanti al popolo. Ponzio Pilato, dicendo: "Io sono innocente del sangue di questo giusto" si lavò le mani coram populo: davanti al popolo, pubblicamente. La preposizione latina coram (davanti a) la troviamo anche in altre espressioni. Ad esempio in Dante, quando parla delle mistiche nozze di Francesco d'Assisi con la Povertà: Et coram patre le si fece unito. (Paradiso, XI, 62).

Credo quia absurdum. (Tertulliano, De carne Christi, cap. 5)
Credo perché assurdo. - Frase attribuita allo scrittore Tertulliano (II secolo d.C.), usata per indicare polemicamente l'atteggiamento fideistico che caratterizzerebbe, o dobvrebbe caratterizzare, il credo cristiano. Con senso estensivo, è usata anche per giustificare la propria fede in ciò che la ragione non prova.

Crimen laesae maiestatis.
Delitto di lesa maestà. - In origine, nel diritto romano, ogni delitto contro la maestà del popolo romano e dei suoi magistrati, in seguito ogni delitto contro regnanti, principi, signori feudali e, in genere, contro lo stato e i suoi magistrati. Oggi, al posto del crimen laesae, abbiamo il reato di vilipendio.

Cui prodest. (Seneca,Medea, III, 500-501).
A chi giova. - Frase latina tratta dal passo della Medea di Seneca: cui prodest scelus, is fecit, il delitto l'ha commesso colui al quale esso giova. Nel linguaggio giuridico e politico il cui prodest viene spesso usato quando si cerca di scoprire chi sia l'autore o il promotore di un fatto (non necessariamente delittuoso), nel presupposto che può esserlo soltanto chi se ne ripromette un vantaggio per sé.

Cuique suum. (Ulpiano, De just. et jure).
A ciascuno il suo. - Tutta la giurisprudenza romana era ridotta a tre principii: "Honeste vivere, neminem laedere, suum cuique tribuere". Vivere onestamente, non ledere nessuno, dare ad ognuno ciò che gli spetta.

Cum grano salis. (Plinio, Nat. hist., 23, 77, 3).
Con un pizzico di sale. - Probabilmente la locuzione è un adattamento della frase di Plinio il Vecchio addito salis grano, con l'aggiunta di un pizzico di sale. In senso figurato, la locuzione significa con un po' di buon senso, con una certa misura, con discernimento: le sue parole vanno intese cum grano salis, non vanno cioè prese alla lettera.

Cupio dissolvi.
Desiderio d'essere dissolto. - L'espressione ha la sua origine in san Paolo, il quale nella I^ lettera ai Filippesi scrive, secondo il testo della Vulgata, desiderium habens dissolvi et cum Christo esse, avendo il desiderio d'essere sciolto dal corpo per essere con Cristo. Col tempo però il senso originario di cupio dissolvi si è via via trasformato, per indicare in genere un desiderio di mistico annientamento in Cristo, e il motto è stato assunto a simbolo di aspirazione a una vita ascetica, di rinuncia alla personalità annullando il proprio io per immedesimarlo in Dio.

Cura ut valeas. (Cicerone, Ep. ad fam.).
Procura di star sano. - Bella forma di saluto, chiudente le lettere, come questa: "Si tu vales bene est, ego quoque valeo"., Se tu stai bene, ne sono lieto; anch'io sto bene, - con cui Cicerone spesso iniziava le lettere.